DONNE E MOTORI.
Quando si parla di donne relativamente alle automobili vengono in mente tanti pensieri, tutti negativi o – peggio ancora – sessisti. Dai proverbi o modi di dire, fino ai luoghi comuni, il sesso femminile sembra essere in antitesi al mondo delle quattroruote se non per un’immagine sfruttata per vendere carrozzerie, promuovere autolavaggi o spingere promozioni attraverso corpi e curve da urlo.
Ma la realtà, come spesso accade, è molto lontana da questi modus pensandi e in questo articolo vogliamo proprio sfatare quell’errata immagine che lega gentil sesso e mobilità alimentata a diesel, benzina, gpl o elettricità.

 

QUANDO I PROVERBI NON DICONO IL VERO.
“Donne e motori, gioie e dolori”, ma anche “donne al volante, pericolo costante”: quante volte abbiamo sentito o detto uno di questi due proverbi? Eppure oggi questa diceria ha tante eccezioni da non far più regola. Basti pensare a personaggi come Danica Patrick, campionessa delle classi IndyCar Series e NASCAR che ha saputo unire bellezza, femminilità e passione per la velocità. Oppure la car influencer Elena Giaveri che, grazie alla sua competenza in fatto di motori e ai suoi post sempre sul pezzo, spopola su Instagram a bordo di auto di ogni genere o bolidi da sogno e che siamo orgogliosi abbia scelto Motum per la sua mobilità quotidiana.

 

Danica Patrick

 

 

Adriana Manuela Ramona “Mercedes” Jellinek

GIOIE E ONORI.
Alle donne si devono anche importanti tappe della storia automobilistica come, per esempio, quella della lunga percorrenza. Dobbiamo infatti ringraziare la signora Bertha Benz (nata Ringer, nel 1871) per la prima sessione di guida sulla lunga distanza, evento che diede lustro alla Benz Patent-Motorwagen prima vettura di tutti i tempi a essere equipaggiata con motore a scoppio. Bisogna ammetterlo: serviva il coraggio di una donna per percorrere tanti Km su di un mezzo così poco affidabile e rudimentale! Il marito di questa avveniristica pioniera era il meccanico Karl (o Carl) Benz, uomo dalle ampie vedute che in un’epoca fortemente maschilista diede spazio anche a un’altra donna: Adriana Manuela Ramona Jellinek detta “Mercedes” che volle dare il suo nomignolo alla casa automobilistica che fondò nella sua Austria e che poi divenne il prestigioso marchio Mercedes-Benz dopo la fusione con l’azienda di Karl Benz.

 

 

Berta Benz.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sophie Opel

Altra menzione obbligata va fatta per Sophie Opel (nata Sheller) imprenditrice tedesca che guidò eccellentemente la ditta produttrice di macchine da cucito e poi biciclette fondata dal suo defunto marito per poi trasformarla, insieme ai suoi cinque figli, in uno dei brand automobilistici più apprezzati al mondo e che ancora oggi vende milioni di vetture in ogni parte del globo: stiamo parlando, ovviamente della Opel.

 

 

PROGRESSO COSTANTE.
Ma oltre alla guida (è proprio il caso di dirlo!) di importanti aziende automobilistiche, al gentil sesso dobbiamo anche importanti invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo delle auto rendendo i veicoli a motore non più gradevoli esteticamente come si potrebbe pensare, bensì più funzionali.

A tal proposito vale la pena aprire una breve parentesi sull’approccio all’acquisto di una macchina, dove uno studio sull’argomento ci rivela che le donne – a dispetto degli uomini – sono più propense a valutare importanti aspetti come i consumi o l’affidabilità, il comfort di guida e il rapporto qualità-prezzo anziché farsi abbindolare da curve e linee sinuose della carrozzeria o da elementi di design che mirano solo al colpo d’occhio.

Mary Anderson

Chiusa la parentesi, ricordiamo che fu proprio una donna a inventare quello che poi sarebbe diventato il tergicristallo: Mrs. Mary Anderson a cui venne l’idea dopo un viaggio a New York nel 1903 dove vide un autista del tram che viaggiava a finestrini aperti per poter ripulire con la mano il suo parabrezza ricoperto dalla neve. Sempre a una donna dobbiamo il brevetto (depositato nel 1917) dei tergicristalli automatici, al secolo Charlotte Bridgwood. In entrambi i casi i tempi non erano ancora maturi per quelle scoperte al femminile, tanto che per il successo commerciale si dovette aspettare ancora qualche anno.

L’invenzione delle frecce direzionali, invece, fu opera di Florence Lawrence già famosa come attrice tanto da essere considerata “la prima stella del cinema”. A lei si deve anche l’idea di partenza che ha poi dato i natali al fanalino posteriore di colore rosso acceso per indicare la frenata. Tuttavia, non fiduciosa delle sue capacità di inventrice, la star non depositò nessuno dei due brevetti, ma l’intera industria automobilistica deve a lei molto dello sviluppo fatto in materia di sicurezza e segnaletica di bordo.

Florence Lawrence

La sicurezza stradale deve ancora un altro grazie al genere femminile, che con June McCarroll si può fregiare anche dell’onore di aver contribuito alla diminuzione di incidenti e alla risoluzione delle controversie tra automobilisti, grazie all’invenzione della linea di mezzeria, ossia quella segnaletica orizzontale che divide univocamente la carreggiata in corsie, indicando anche la possibilità di sorpassare o meno in un determinato tratto di strada.

 

ATTRAZIONE INTEGRALE.
In conclusione, sarebbe meglio pensarci bene quando si pensa che una ragazza possa avere poca dimestichezza con pistoni, bielle e differenziali. O quando si pensa che non vogliano sporcarsi le mani di grasso o di polvere di pneumatico per cambiare una ruota forata. Quando si pensa che una donna creda una chiave inglese sia il passepartout di Buckingham Palace o che la corona di cambio sia il copricapo che si passano in eredità Re e Regine. E basta anche col prenderle in giro per il significato delle spie che si accendono sul cruscotto: senza di loro, probabilmente, non sarebbero mai esistite.

Da oggi in poi, quando si parla di donne e motori, conviene ammettere la sola cosa vera di questo binomio: saranno entrambe e per sempre ciò che un uomo può più amare al mondo.