DALL’#IORESTOACASA AL “RIMANIAMO SENZA BENZINA”.

Dopo la grande crisi della mobilità causata dalle sempre più sacrificate restrizioni designate nel decreto governativo, si arriva a un’altra pericolosa interruzione: quella dei benzinai.

 

NON CHIAMATELO “SCIOPERO”.

Alessandro Zavalloni – Segretario Generale della “Fegica” (Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini) – tiene a precisare che lo stop minacciato dalle associazioni dei distributori di carburante non è uno sciopero, bensì un atto quasi dovuto causato dalla scarsa liquidità da parte degli esercenti che si vedono impossibilitati a pagare il rifornimento sotto terra delle grandi compagnie che pretendono il pagamento anticipato. 

 

DISTRIBUTORI A RISERVA.

Il problema maggiore è che le scorte di carburante attualmente esistenti nelle varie stazioni di servizio sembrano essere agli sgoccioli: una volta finite del tutto, sarà impossibile riaprire. Per questo motivo tra poche ore (alle 16:00 di oggi mercoledì 25 marzo) è stata indetta una video conferenza tra il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e i presidenti rappresentanti le varie associazioni di categoria. Così da poter trovare un accordo che non faccia fermare un servizio così importante come quello del rifornimento e, di conseguenza, tutta la mobilità del Paese.

 

CIRCOLAZIONE RIDOTTA, MA ESSENZIALE.

Sull’argomento è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha evidenziato l’aspetto assolutamente necessario del servizio effettuato dalle varie stazioni di servizio. Stiamo vivendo giorni in cui gli spostamenti in auto sono sempre meno dati i vari divieti imposti, ma uno STOP da parte di questo settore significherebbe il collasso anche di servizi primari come, per esempio, l’assistenza sanitaria delle ambulanze o l’approvvigionamento di viveri e di altri beni prima necessità che viaggiano su gomma.

 

I SOLDI SONO IMPORTANTI, MA LA SALUTE LO È DI PIÚ.

Un altro importante aspetto sollevato dalla protesta dei benzinai è la loro condizione di sicurezza sul lavoro, oggi più che mai importante. Ciò che lamentano maggiormente i gestori, infatti, è il dover lavorare in situazioni “a rischio”, protetti da guanti e mascherine spesso non idonee all’isolamento del COVID-19 e comunque approvvigionate usando mezzi propri. Una situazione poco rassicurante per chi deve avere a che fare quotidianamente e per molte ore al giorno con automobilisti o rider che potrebbero essere potenziali veicoli di contagio. Senza contare che la sicurezza del cittadino vede anche l’altro lato della medaglia, ossia che i gestori stessi potrebbero rappresentare un pericolo infettivo per chi si reca al distributore per fare benzina.