AUTO E TELEFILM: SECONDA PUNTATA.

Ogni promessa è debito e, come vi anticipammo un paio di mesi fa, ri-eccoci su di un argomento che farà brillare gli occhi di molti adulti. Perché, parafrasando il libro che ha reso famoso il pilota d’aerei Antoine de Saint-Exupéry, “ogni automobilista è stato bambino, una volta. Solo che a volte se ne dimentica…”. E allora eccoci qui a ricordare un po’ di auto che hanno fatto la storia dei telefilm, o – se preferite – le serie tv di quando i televisori non erano piatti, ma a tubo catodico.

AUTO E TELEFILM: SECONDA PUNTATA.


Crysler Imperial
Auto e telefilm: seconda puntata – la Chrisler Imperial de “Il Calabrone Verde”.

IL CALABRONE VERDE: CRYSLER IMPERIAL “BLACK BEAUTY”.

Insieme al “Batman” interpretato da Adam West, “Il calabrone verde” fu uno dei primi telefilm passati sul piccolo schermo delle case degli anni ’60 e ’70. Gli episodi narravano di un editore di giornali che usava le sue pubblicazioni per montare la fama da mafioso Calabrone Verde, in realtà questo altro non era che l’alter ego dell’imprenditore che usava questo stratagemma per infiltrarsi nelle organizzazioni criminali per smantellarle supportato dal suo fido autista Kato, esperto in arti marziali. La serie è famosa per aver dato lustro a Bruce Lee che interpretava proprio l’appena citato autista ed è tornata alla memoria delle folle recentemente perché citata dell’ultimo film di Quenteen Tarantino “C’era una volta a Hollywood”. Il personaggio di Kato ha poi anche ispirato il suo omonimo nel film “La Pantera Rosa” che ha reso famosi l’ispettore Closeau (Peter Sellers) le musiche di Henry Mancini e le illustrazioni dei titoli d’apertura poi diventati una fortunata serie di cartoni animati dal merchandising infinito. Nei 26 episodi dell’unica stagione del telefilm, l’auto guidata da Bruce “Kato” Lee era una Black Beauty prodotta dalla imperial, marchio di automobili di lusso facente capo al Gruppo Chrysler che fu attiva dal 1955 al 1975 e dal 1981 al 1983.

 

 


UFO: FORD ZODIAC.

Serie tv di fantascienza di produzione britannica dei primi anni ’70 che teorizzava un’invasione da parte degli alieni nel periodo del decennio successivo (anni ’80). Ne furono girati 26 episodi per una sola stagione, con un impiego di mezzi davvero notevole. Per le teorie che vi venivano narrate, i costumi e i numerosi effetti speciali fu considerata all’epoca una serial-tv all’avanguardia. Il successo fu dettato – oltre alle mise sexy delle attrici e dalle velate allusioni alla libertà sessuale da parte degli extraterrestri dalle sembianze del tutto umane – dalla futuristica auto del comandante Straker: una Ford Zodiac (la versione luxury della Zephyr) “trasformata” mediante applicazioni di una struttura in plexiglas colorato che di primo acchito poteva sembrare più una Citroen DS. Da citare l’apertura delle portiere ad ali di gabbiano (non realmente motorizzate, ma azionate da un operatore di scena) e altre innovazioni che poi furono effettivamente realizzate come l’aria condizionata, il telefono per auto e il cordless, il cercapersone e la rete internet.

 

 


I CHIPS:
DODGE POLARA/DODGE MONACO.

Auto e telefilm: seconda puntata. – La Dodge Polara usata in alcune scene di “CHiPs”.

Eccoci arrivati a uno dei telefilm di maggior successo girata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, una serie tv che non ha bisogno di presentazioni e che ha tenuto incollati al televisore milioni – se non miliardi – di ragazzini di tutto il mondo. Stiamo parlando del serial-tv “CHiPs”, di produzione americana e che ha reso famosi Erik Estrada nei panni dell’agente Francis Llwellyn “Ponch” Poncerello e del suo inseparabile compagno, l’agente Jonathan A. Baker detto “Jon” interpretato da Larry Wilcox. Sei stagioni per ben 139 puntate in cui i poliziotti della Californi HIghtway Patrol (da cui l’acronimo CHIPs con la “s” finale che ne indica il plurale) sfrecciavano sulle loro potenti motociclette all’inseguimento di furfanti e criminali all’opera nella zona da loro pattugliata. Le moto utilizzate non erano come molti credono delle Harley Davidson (marchio “tradito all’epoca dalla polizia americana) bensì delle Kawasaki KZ effettivamente in forza alla polizia di Los Angeles dell’epoca, mentre le auto di scena erano o il modello “Polara” o quello denominato “Monaco”, entrambi prodotti dalla casa automobilistica americana Dodge.

 


 

Auto e telefilm: seconda puntata. – Peter Falck a bordo della Peugeot 403 del ’59 del tenente Colombo.

 

IL TENENTE COLOMBO: PEUGEOT 403 (modello del 1959).

Il telefilm “giallo” che ha reso famoso Peter Falk, che tra i suoi episodi vanta la regia di maestri come Steven Spielberg, Ben Gazzara e Jonathan Demme. Il tenente Colombo è un ispettore di polizia italo-americano molto intelligente e arguto, ma anche incredibilmente sbadato e trasandato. Sempre avvolto nel suo impermeabile di color beige che fu acquistato proprio dall’attore in prima persona e che fu utilizzato per tutti gli episodi fino al 1992, momento in cui l’acquisto di uno nuovo diventò un’esigenza. Accanito fumatore (immancabile il mozzicone di sigaro che lo aiutava nelle sue riflessioni), rappresenta uno dei personaggi più riusciti e amati dei serial, non solo a sfondo poliziesco. Furono girate due serie, una “classica” (dal 1968 al 1978) e una “moderna” (dal 1989 al 2003) per un totale di 69 episodi in formato 4:3 in cui vero nome di battesimo del personaggio non viene mai rivelato (passata alla storia la battuta in cui, costretto a dire le proprie generalità, rispose “Tenente” quando gli chiesero il nome). Peter Falk nei panni dell’ispettore fu protagonista anche di uno spot italiano per la catena di supermercati Coop, mentre gli episodi furono trasmessi da Rai2 per il frangente classico e da Rete4 per quello moderno oltre che per i 4 girati originariamente per il cinema. Fedelissimo al suo cane di razza Basset Hound incredibilmente pigro tanto da accucciarsi al pavimento a qualsiasi comando a cui il suo padrone non aveva dato un nome e quindi chiamava semplicemente “Cane”.

Ah… un’ultima cosa: l’auto con cui il detective girava per le vie della sua Los Angeles era  una Peugeot 403 grigia del 1959, di cui il proprietario andava molto fiero nonostante sembrasse più un macinino che una vettura a motore. La targa era “448 DBZ”: questo devo dirlo a mia moglie…

 

 


TRANSPORTER: AUDI A8 D4.

Di poca fortuna (la serie tv in questione è stata interrotta dopo solo due stagioni a causa di incomprensioni interne), ma di grande impatto anche grazie ai nomi illustri dei due ideatori (Luc Besson e Robert Mark Kramer), questo serial è ispirato ai film omonimi che vedono Jason Statham nei panni del protagonista principale. Nei 26 episodi girati si narrano le vicende di un corriere a cui vengono affidate consegne non sempre “pulite”. Questi ha tre regole ferree: mai tradire il patto, mai fare nomi, mai aprire il pacco. Tuttavia… non sempre vengono rispettate proprio alla lettera, mettendo il trasportatore in situazioni rocambolesche e di non semplice soluzione. Innumerevoli le auto utilizzate, ma quella che più calca le scene è sicuramente l’Audi A8 D4 che accompagna l’eroe di questo telefilm nelle sue avventure.

 

Auto e telefilm: seconda puntata. – Modello Audi A8 per “Transporter”.

 

 


Auto e telefilm: seconda puntata – il “Coyote” di Hardcastle & McCormick.

HARDCASTLE & MCCORMICK (I GIUSTIZIERI DELLA CITTÀ): COYOTE X.

Tre stagioni per un totale di 67 episodi per una serie in cui i protagonisti viaggiano a bordo di una vera fuoriserie: Hardcastle è un ex giudice, mentre McCormick un ex pilota d’auto da corsa nonché ladro accusato ingiustamente di omicidio. I due stringono un patto che li vede alla ricerca di criminali e furfanti. Il bolide in dotazione ai personaggi è la “Coyote X”, una kitcar (nome che sta a indicare le vetture assemblate con diversi parti di altre auto) basata sulla McLaren M6BGT, con motore Porsche 914 e chassis della VW Beetle e progettata (nella finzione cinematografica) dagli stessi proprietari. Nella seconda e terza stagione lo stesso veicolo fu basato sulla De Lorean DMC-12, resa una vera e propria icona grazie al successo della saga di “Ritorno al futuro”.

 

 


AUTOMAN: LAMBORGHINI COUNTACH EVULUZIONE.

Telefilm fantascientifico di produzione americana che vide la luce dei riflettori per una sola stagione a causa del suo scarso successo negli USA. Nei 13 episodi girati un programmatore in forza al dipartimento di polizia di Los Angeles da “vita” a un personaggio con volto umano, ma corpo “elettrificato” dopo un blackout avvenuto mentre stava lavorando alla realizzaione di un videogioco. L’uomo-byte che genera questo incidente ha bisogno di elettricità per vivere e quindi si materializza solo di notte, mentre la città dorme e il dispendio energetico risulta minore: in questi frangenti si impegna a catturare malviventi e criminali a bordo dei suoi futuristici mezzi creati al momento e ad hoc per le occasioni dal suo fido compagno “cursore”. I mezzi di locomozione sono ologrammi dei veicoli necessari per proseguire nelle avventure della serie. Vengono infatti creati moto, elicotteri, camion e altri oggetti.

Auto e telefilm: seconda puntata – la Lamborghini Countach Evoluzione usata per le scene di “Automan”.

Ma la raffigurazione più ricorrente era sicuramente l’auto, o per meglio dire le linee della mitica Lamborghini Countach Evoluzione, con cui l’eroe di questo serial tv  sfrecciava per le vie di Los Angeles alla velocità della luce e con un controllo davvero invidiabile tanto da effettuare curve improvvise di 90° tutto d’un botto, facendo sbalzare il timoroso Walter Nebicher seduto sul sedile passeggeri anteriore.

 


 

 

LE COMICHE DI STANLIO E OLLIO: FORD MODEL T.

Come direbbero gli anglosassoni: last but not least (infine ma non per ultimo) ci sembrava doveroso concludere con quella che probabilmente può essere definita la prima serie della storia della televisione, ossia “Le Comiche” di Stanlio e Ollio. Nelle varie peripezie, i due comici utilizzavano una Ford Model T nei loro film muti e in bianco e nero, la prima automobile in assoluto prodotta in grandi numeri attraverso la catena di montaggio messa a punto dal progettista Henry Ford. L’anno era il 1910, il ricordo resterà per sempre.